Learn along the way

Learn along the way, Castello di Las Plassas.
l progetto si confronta con i resti murari del castello di Las Plassas
L’obiettivo  stato quello di integrare le aspettative di conservazione delle testimonianze storiche con la possibilità di vivere e utilizzare quegli spazi nella contemporaneità.
L’approccio scatolare persegue queste due vie: stabilire un presidio rimovibile e generare un percorso che valorizzi allo stesso tempo il nostro intervento e la preesistenza.
Questo percorso si snoda attraverso diverse quote, mitigandole e facendole proprie, e articola una sequenza di ambienti del sito alternati alle vedute sul paesaggio.
Il cuore di questo percorso  la cisterna, la sala più preziosa del complesso espositivo. Un ambiente recuperato con un intervento minimo e restituito alla vita attraverso una nuova funzione espositiva dei beni e delle attività più importanti, in una continuità figurata – per così dire – con l’antica cisterna che raccoglieva e proteggeva la riserva d’acqua del castello. Il complesso crea un forte rapporto con le preesistenze, talvolta inglobando interi setti murari con il fine di ricreare gli ambienti del passato, altre volte utilizzando le mura come parete fondale. Il caso della sala espositiva  emblematico di questo approccio, sono infatti presenti due setti preesistenti che si immettono all’interno dell’ambiente generando una percorrenza spontanea, che permette al visitatore di riattraversare gli ambienti del passato con un nuovo significato.
La struttura portante degli edifici  in acciaio, con giunzioni bullonate piuttosto che saldature, al fine di ottenere un sistema quanto pi reversibile possibile, senza rinunciare però alla presenza dell’impianto, per altro mitigata dall’esterno, alla scala del paesaggio. L’acciaio si ritrova anche nelle finiture esterne con un rivestimento in Cor-ten, materiale che ha comportato un’attenta analisi dei giunti gestita mediante una sottostruttura che permettesse di posizionarli liberamente. Attraverso le giunzioni, infatti, si sono potute seguire le tracce murarie preesistenti all’interno dei nuovi edifici ricercando un dialogo possibile tra vecchio e nuovo. La continuità materiale dell’alzato si ritrova anche nelle pavimentazioni, con due soli materiali impiegati. Una diversificazione funzionale tra le parti del percorso individua le zone di pausa da quelle di movimento: le prime sono caratterizzate da una pavimentazione lapidea; le seconde da una in acciaio Cor-ten. Le parti del percorso lente, le dilatazioni spaziali, gli spazi espositivi e i patii sono pensati in continuità col castello e col suolo che nella rovina si fondono. L’unica variazione sta nell’utilizzo degli inerti lapidei: la ghiaia all’esterno  libera di risuonare al calpestio, mentre all’interno  visibile ma resa muta e immobile nel getto di calcestruzzo del pavimento.